Il linguaggio del corpo svela quello che la bocca tace
...come interpretare i segnali del “non detto”

 

Il nostro corpo comunica al di là delle parole, anche se non vogliamo. E chi è in grado di accorgersene lo vede bene.

 

 

Il linguaggio del corpo fa parte della comunicazione non verbale. Saperlo interpretare può facilitare il rapporto con gli altri e darci la possibilità di capire quello che le parole non dicono, sia che si tratti di vita quotidiana che di seduzione. Nervosismo, imbarazzo, gioia, tristezza, simpatia, rabbia, piacere o dispiacere: le emozioni sono molto difficili da nascondere e, anche per chi è allenato a farlo, c’è sempre un dettaglio rivelatore che tradisce e fa emergere la verità. Non a caso quando si gioca a carte si portano occhiali scuri, per nascondere quantomeno gli occhi.

 

Perché avviene questo? I conflitti tra istinto e ragione

Molto è dovuto alla nostra vita primitiva. Siamo animali, e per la maggior parte della nostra storia evolutiva di specie (oltre il 99% del tempo) non abbiamo vissuto in città comode, ma in villaggi e tribù di qualche decina di individui esposti a pericoli di ogni genere: predatori pericolosi, eventi naturali tremendi come inondazioni, incendi e tempeste da cui non c’era scampo. Per sopravvivere a tutto ciò nel cervello dei primati si è formata una zona apposita, l'amigdala, la cui funzione è proprio quella di reagire in pochi istanti alle situazioni esterne. L’amigdala svolge una funzione molto efficace: invece di dover analizzare un pericolo, decidere come reagire e comportarsi di conseguenza – cosa che richiederebbe diversi secondi e nel frattempo potremmo ritrovarci nelle fauci di un giaguaro – risponde con uno scatto automatico dei muscoli. Per farle breve, l’amigdala è completamente istintiva. E fino a qui tutto bene, perché anche ai nostri giorni ci permette di non finire sotto un’auto spericolata o di schivare un pericolo immediato. Ma non reagiamo solo ai pericoli, ci attiviamo rapidamente ed istintivamente anche per le cose piacevoli; pubblicitari e politici lo sanno benissimo. Tutti gli stimoli che ci fanno scattare sono sempre istintivi: l’amigdala non distingue tra pericolo fisico o ipotetico, piacere effettivo o desiderio. Reagisce e basta.

 

Un esame o un colloquio di lavoro mettono il corpo sotto stress, essendo percepiti come una minaccia, mentre una torta al cioccolato o una bella persona sono percepiti come un piacere, ma l’amigdala mette in moto indifferentemente i suoi meccanismi istintivi di reazione. A questo punto la fisiologia ci insegna che interviene il resto del cervello, il quale è in grado di bloccare quest’impulso – sarebbe poco utile tirare un pugno a qualcuno solo perché ci fa una domanda che non ci piace, scappare a gambe levate di fronte a una persona che ci è poco simpatica o baciare ogni bel/la ragazzo/a che vediamo per strada – e quindi viene a determinarsi un conflitto. Il problema è che l’amigdala agisce per prima perché è molto più veloce del resto del sistema nervoso. Quindi qualcosa della sua azione traspare sempre verso l’esterno anche se interveniamo per reprimerlo. Anche in amore ad esempio, il gioco di attrazione e seduzione si costruisce soprattutto sui gesti più che sulle parole. Ed ecco che toccarsi i capelli, accavallare le gambe o avvicinare le mani a quelle dell'interlocutore sono gesti che si caricano di un certo significato e possono indicare molto più di quello che potremmo pensare. É dunque fondamentale conoscere questi linguaggi non verbali del codice femminile per comunicare i giusti messaggi e attirare le persone che vogliamo, per non ritrovarci a doverci destreggiare tra approcci indesiderati. Ma anche il linguaggio del corpo maschile può permetterci di comprendere molto della situazione che stiamo vivendo, così da evitare di trovarsi di fronte a un due di picche oppure proseguire in una strada che potrebbe portarci a vivere qualcosa di costruttivo ed emozionante. Ancora una volta i gesti possono dirla più lunga di tante belle dichiarazioni. Quindi anche in amore il linguaggio del corpo diventa un aspetto fondamentale: la seduzione e l'attrazione partono senza dubbio prima di tutto attraverso gestualità e comunicazione non verbale. Del resto, non parte sempre tutto da un gioco di sguardi tra sconosciuti? Ma sono moltissimi in realtà i gesti che indicano un'attrazione in corso e che possono comunicare messaggi limpidi ed evidenti anche senza il minimo bisogno di parole.

 

 

Il linguaggio del corpo

Il nostro corpo quindi "parla" molto anche se imparare a interpretare ciò che ci dice non sempre è facile. Occorre interpretarne i segnali anche in base al contesto e non in maniera isolata. Non bisogna quindi soffermarsi sul singolo gesto, tenendo conto che ci sono parti del corpo che riusciamo a tenere sotto controllo più di altre, come la mimica facciale o comunque tutto ciò che avviene nella parte superiore. Più difficile invece, come vedremo più avanti, gestire ciò che fanno i piedi. Il volto può esprimere interesse, oltre che esternare emozioni o provare a nasconderle, e può quindi rafforzare ciò che diciamo oppure comunicare il contrario. Le espressioni facciali sono in grado di comunicare specifici sentimenti che sono universali, cioè validi per tutte le culture come rabbia, paura, disgusto, sorpresa, disprezzo, felicità e tristezza: sono le 7 emozioni primarie studiate dallo psicologo americano Paul Ekman. Possiamo leggere se un'emozione è vera anche dalla durata delle espressioni: quelle che durano più di 10 secondi sono di solito false, in quanto le vere emozioni durano davvero poco sul volto. Comunque, di norma, quando le espressioni del viso non sono sincronizzate con i movimenti del corpo, è indizio di falsità. Sfregare di continuo sotto il naso con il dorso della mano indica rifiuto, mentre farlo nella parte laterale significa che si è emotivamente tesi. Toccarsi la gola, giocherellare con la catenina o con la cravatta denota ansia. Il nostro autocontrollo non ha alcuna possibilità di bloccare completamente l'azione dell'amigdala. E vale per chiunque. Quello che arriva agli altri quindi, sono anche i nostri gesti involontari che definiscono il cosiddetto "linguaggio del corpo". Il tempo di reazione totale è rapidissimo, intercorre circa un secondo dallo stimolo alla reazione. In questo secondo avviene che: la persona avverte uno stimolo sensoriale (vede, sente, ode o annusa qualcosa) poi lo stimolo va all’amigdala che reagisce in modo positivo o negativo, ma sempre al massimo delle sue capacità. Quindi interviene il resto del cervello che tende a smorzare la reazione. Il corpo, in conflitto, reagisce con un segnale che indica piacere o repulsione per lo stimolo. Quindi, ricapitolando, possiamo dire che l’amigdala è il nostro primo motore da cui dipende il nostro sistema di azione/reazione. Vediamo meglio il suo funzionamento di base. Essendo istintiva e reattiva, trasforma e deforma ciò che percepisce in quattro modalità diverse:

  • per somiglianza: se qualcosa somiglia a ciò che l’amigdala cerca o teme, reagirà immediatamente. Così, per esempio, una persona che teme i serpenti potrebbe reagire alla vista di una corda arrotolata in un angolo buio o chi cerca una persona in particolare finirà per scambiarla con altre vestite in modo simile

  • per sostituzione: non importa che ci sia l’intero stimolo, basta una sua parte. Ad esempio, se si ha paura dei ragni, può bastare vedere la tela per scatenare uno stimolo

  • per comparazione: ciò avviene quando si associa uno stimolo a qualcos’altro che non è per forza legato. Ad esempio, se una persona ha paura dei pipistrelli potrebbe reagire all’ombra proiettata di qualcosa che vola la notte

  • per simbolismo: l’amigdala assimila uno stimolo diverso a quello che teme o ricerca. Così, una persona che teme i serpenti, se sente l’erba frusciare potrebbe scambiare il rumore per il movimento dell’animale

Sono quindi molte le modalità per cui si può attivare la reazione, diverse dallo stimolo diretto. Uno stimolo, per essere coinvolgente, può riguardare anche un solo senso: non importa che si veda, tocchi e senta allo stesso tempo. Basta vedere, sentire o anche solo parlare di qualcosa per avere uno stimolo di reazione. Da qui si comprende perché il linguaggio del corpo è tanto importante nella comunicazione di tutti i giorni. Mentire è di fatto impossibile e, per quanto possiamo essere bravi a farlo, l’amigdala reagirà sempre in un modo o nell’altro facendo trasparire la verità sottostante. Ecco alcuni degli stimoli che sono in grado di colpirci a livello emotivo e quindi a generare una risposta gestuale:

  • quando si parla, si incontra o s’incrocia lo sguardo con qualcuno
  • quando ci si avvicina, si tocca o si guarda qualcuno
  • quando si fa un gesto o si cambia espressione e tono di voce
  • quando si parla di qualcosa o in un certo modo che ci tocca in modo emozionale
  • quando si è molto coinvolti dalla situazione (durante un esame, un colloquio, una vendita, di fronte a una platea, ecc...)
 

 
Linguaggio degli occhi: guardi fisso o distogli lo sguardo?

Gli occhi sono la parte del corpo che più esprime superiorità o sottomissione a seconda dello sguardo. In un contesto dove c'è un ordine gerarchico ben stabilito il leader tenderà a guardare poco i sottoposti (o subordinati) mentre questi ultimi cercheranno l'approvazione del soggetto dominante cercandolo spesso con lo sguardo in un contesto con altri individui. Rispetto invece a come l'uno guarda l'altro: chi si sente in una situazione di superiorità guarderà l'altro fisso negli occhi mentre chi si trova in una situazione di sottomissione non reggerà lo sguardo rivolgendo gli occhi altrove. Anche le pupille ci dicono molto soprattutto in merito all'interesse che il nostro interlocutore ha nei nostri confronti: le pupille dilatate denotano interesse e attrazione rendendoci più attraenti. Per capire se chi ci sta di fronte è interessato a noi guardiamo le sue pupille, accertandoci però che prima non sia stato dall'oculista! Sbattere le palpebre, invece, indica timidezza oppure il rifiuto della situazione che si sta vivendo in quel momento o della persona che abbiamo di fronte.

 
Testa inclinata o immobile?

I movimenti della testa fanno capire molto sul'interesse o meno della conversazione. Annuire mentre l'altro sta parlando indica volontà di proseguire le conversazione mentre inclinare la testa da un lato significa che siamo interessati a ciò che dice il nostro interlocutore, ma indica anche simpatia e dolcezza. Non muovere la testa durante la conversazione è il comportamento tipico delle persone molto serie o che si trovano in una posizione di superiorità. Quando invece la testa è ferma e gli occhi sono fissi sulla persona che sta parlando, molto probabilmente la persona non è attenta a ciò che sta ascoltando ed è persa nei suoi pensieri.

 
Cosa vuol dire toccarsi i capelli?

Giocherellare con i capelli, gesto tipico delle donne, è un modo di tranquillizzarsi, è quindi un modo per scaricare la tensione. Passare una mano tra i capelli, soprattutto quando si comunica con l'altro sesso, è un gesto di femminilità che punta a sedurre.

 
Cosa comunicano gambe, braccia e mani?

Quando le gambe sono accavallate, tipica posizione femminile, indicano un bisogno di protezione e la voglia di allontanarsi dal mondo esterno. Incrociare le dita della mani attorno al ginocchio è invece l'atteggiamento di chi prende le decisioni con calma. Essere in piedi con gambe divaricate e mani sui fianchi significa che quella situazione ci rende sicuri di noi mentre stare dritti, nella classica posizione del soldatino, denota paura o sottomissione. Spostare spesso il peso della gamba da un lato all'altro significa che si sta vivendo una situazione di stress, se invece lo si fa di continuo è indice di irrequietezza. Le braccia conserte indicano la volontà di difendersi dall'esterno, creano quindi una sorta di barriera. Anche le mani comunicano molto: gesticolare è segno di estroversione e dinamicità ma è importante che i gesti siano congruenti con ciò che si sta dicendo. Chi ha le mani in tasca o dietro alla schiena non vuole comunicare troppo di sé mentre mangiare unghie e pellicine indica stress e ansia o tensione. Qual è la posizione ideale quando siamo seduti? Innanzitutto stare ben dritti ma, se non vogliamo trasmettere chiusura, dobbiamo evitare di incrociare braccia e gambe mentre, sedersi di traverso indica disagio. Riguardo alle mani possiamo appoggiarle sulle ginocchia ma senza mostrare i palmi che denotano sottomissione mentre i pugni chiusi indicano aggressività. Inoltre non bisogna avvicinarsi troppo al nostro interlocutore e rispettare una distanza di circa 60 cm.

 
Il linguaggio dei piedi: la parte meno conosciuta della comunicazione non verbale

Il “linguaggio dei piedi” è stato l’oggetto di ricerca di uno psicologo della Manchester University che ha dimostrato come la vera espressione dell'interesse o del disgusto è riconducibile alla dinamicità o passività dei nostri piedi, che possono effettivamente esprimere il pensiero di chi abbiamo avanti. Se una donna li muove portandoli in avanti significa che è interessata al suo interlocutore. Lo stesso vale se la donna muove i piedi mentre ride. Se inclina i piedi stirando la caviglia in modo da creare continuità con la linea della gamba e metterla in evidenza, oppure sfila il tallone dalla scarpa e la fa dondolare sulle dita dei piedi o, meglio ancora, se la toglie del tutto per poi rimettersela, sta senza mezzi termini cercando di attirare l'attenzione dell'interlocutore incoraggiandolo a farsi avanti. Se invece, ad un primo appuntamento, avete avuto una brutta sorpresa e sperate solo che la serata finisca, unico segnale forte è tenerli incrociati oppure raccoglierli accanto al proprio corpo. Tenerli totalmente fermi e saldi a terra è sintomo di ansia o di menzogna. Purtroppo non vale lo stesso discorso per gli uomini, i loro piedi si muovono senza controllo ma ci sono due movimenti che anche per loro sono collaudati: se vedete il vostro uomo agitare gli arti inferiori significa che è in preda ad uno stato di nervosismo. Ma non tirate un respiro di sollievo se hanno i piedi ben saldi a terra, quello è il classico segnale dell’infedeltà.

 

 

Vi sono alcuni segnali chiave che ci consentono di capire se in una conversazione o in un rapporto abbiamo intrapreso la giusta direzione; si tratta di gesti tipici di gradimento o di rifiuto. Prima di interpretare qualsiasi segnale tenere in considerazione il contesto in cui si verifica, altrimenti ogni singolo gesto non significa nulla.

 

Segnali positivi, di gradimento

I segnali di gradimento che ci offre il nostro interlocutore sono tutti quei gesti che ci indicano che siamo sulla strada “giusta”, che stiamo comunicando in modo ottimale, tanto da risultare piacevoli.

  • Protrusione delle labbra in avanti. Il soggetto esprime inconsapevolmente un "bacio", arricciando le labbra anche lievemente, indirizzandolo verso nessuno in particolare. L’atto esprime gradimento verso la tematica tratta o il soggetto con cui dialoga.

  • Pressione della lingua all’interno delle guance. Generalmente precede un altro atto di gradimento che è il Linguino. Questo gesto significa che il suo interlocutore sta raggiungendo un grosso potenziale empatico ma che non ha ancora acquisito. È costituito dalla rotazione della lingua sulle labbra o la sua semplice esposizione. Rappresenta il massimo segnale di gradimento nei confronti dell’argomento o del soggetto coni cui interagisce. Generalmente, dopo questo segnale, è possibile avanzare la richiesta per ottenere il consenso.

  • Accarezzarsi i capelli. Indica una estrema gratificazione nei confronti dell’interlocutore o dell’argomento espresso con connotazione affettiva.

  • Spostare il busto o il corpo in avanti. Indica un interesse rispetto all’argomento trattato dal soggetto con cui interagisce.

  • Spostare gli oggetti verso se stessi. Prendere oggetti e portarli a se rappresenta il cercare di fare propri i concetti dell’argomento trattato.

  • Il soggetto tocca amichevolmente l’interlocutore. L’operatore ha raggiunto un potenziale empatico così elevato che il soggetto inconsciamente ha bisogno di toccarlo.

Per capire se chi abbiamo di fronte esprime gradimento rispetto alla nostra persona o all’argomento che è oggetto di discussione, basta notare se gli atti che compie vengono espressi frequentemente durante l’interazione o solo su determinate frasi. Infatti, se il soggetto ci segnala inconsciamente gesti di gradimento è evidente che sono rivolti verso di noi. Se invece vengono espressi solo su determinate frasi, i segnali positivi sono limitati all’argomento trattato. Se il vostro interlocutore esprime segnali positivi vuol dire che avete svolto un buon lavoro in precedenza e avete raggiunto un grosso potenziale di persuasione per avanzare le vostre richieste ottenendo il consenso o comunque farà tutto quello che possibile fare per venire incontro alle vostre esigenze.

 

Segnali negativi, di rifiuto

Se il nostro interlocutore invece esprime segnali negativi come quelli riportati qui sotto, vuol dire che dovete calibrare la vostra comunicazione, magari dire le stesse cose con parole diverse, perchè non state andando bene. Questi segnali ci devono avvertire che c’è qualcosa in noi o in ciò che diciamo che non funziona, qualcosa non è stato ben accettato, quindi dobbiamo calibrare ciò che diciamo per recuperare una buona comunicazione.

  • Spostare il corpo indietro. Simbolicamente indica un allontanamento dell’argomento o dall’interlocutore.

  • Raschiamento della gola. L’interlocutore rifiuta l’argomento trattato.

  • Spostare occasionalmente oggetti lontano dalla propria persona. Indica un allontanare gli argomenti trattati.

  • Spolverare o spazzare via dagli abiti o dal tavolo polvere o briciole. Rappresenta il volersi liberare dai problemi attinenti all’argomento espresso.

  • Gambe accavallate e braccia conserte. Rappresenta una chiusura nei confronti dell’argomento trattato o dell’interlocutore.

 
Avete mai avuto la sensazione che qualcuno vi stia antipatico o simpatico “a pelle”?

Certo che sì! Ma cosa scatena questa idea? In parte l’istinto: è il nostro inconscio a stimare qualcuno come piacevole o meno. Dagli studi fatti si è visto che si impiegano non più di 3 secondi per definire qualcuno che si incontra la prima volta: è una stima piuttosto superficiale, ma il nostro cervello è istintivo al 90%. É vero però che non agisce a caso. Quello che ci fa “scattare” è il comportamento e soprattutto il modo di proporsi dell’altra persona. Se una persona usa i nostri stessi gesti, il nostro stesso tono, il nostro modo di sorridere o ridere, lo consideriamo senza esitare “simile” a noi, e quindi gradevole ed interessante. Più invece sarà distante come modo di vestire e comportarsi, più ci apparirà negativo e antipatico. Non è un caso che, se osservate una sala piena di persone, che coloro che sono vicini tendano ad avere lo stesso modo di stare seduti. È quel che viene detto "eco gestuale", come quando si sbadiglia: è contagioso. Così una persona con le gambe incrociate con buona probabilità avrà a fianco altre persone con la stessa postura. Quando parliamo con qualcuno e vogliamo sembrare simpatici, il nostro inconscio cercherà di mimare in modo automatico il loro modo di esprimersi. Questo spiega anche molti comportamenti legati ala struttura sociale o ai legami a lungo termine, ovvero quando un uomo e una donna che si frequentano per molto tempo prendono entrambi alcune espressioni, modi di dire, comportamenti dell’altro, cosi come quando ci integriamo bene in una nuova città, prendiamo alcuni espressioni, usi e costumi di quella comunità. Alcuni gesti indicano interesse verso la persona che abbiamo di fronte, il corpo cioè manda dei messaggi seduttivi. Un indicatore di interesse è il cosiddetto "effetto specchio": quando due persone oltre ad essere vicine hanno voglia di stabilire un contatto più diretto. Ciò avviene se l'altro tende ad imitare i nostri gesti inconsapevolmente, in quel caso l'interesse è certo. Se invece tende ad allontanare la sedia allora manca il coinvolgimento. Donne e uomini, poi, praticano gesti inconsapevoli quando vogliono sedurre: le donne tendono a sistemarsi la camicetta o a sporgersi in avanti per mostrare il seno mentre gli uomini si siedono con le gambe divaricate per esprimere apertura e sicurezza.

 
 
Fonte
 
 
 
 

 

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