Sigmund Freud è stato il primo a realizzare degli
studi sul pianto. Il padre della psicoanalisi disse che piangere è
catartico; aiuta a liberare il paziente dalle angosce del
subconscio. In seguito si è giunti alla conclusione che reprimere le
lacrime può scatenare disturbi d’ansia, asma o ulcere intestinali.
Non esternare i nostri sentimenti ci rende più propensi a deprimerci
o ad ammalarci. Da un punto di vista emotivo piangere equilibra il
nostro stato d’animo, ci fa sentire supportati e amati, ci consente
di esprimerci e di tirare fuori tutto quello che ci affligge. Se lo
analizziamo da un punto di vista fisico, possiamo dire che controlla
la respirazione, provocando un effetto calmante sull’organismo.
Quando si piange in seguito ad una situazione sgradevole, possiamo
addirittura sentirci sollevati rispetto al problema che ha scatenato
il pianto. Per esempio, piangere sul letto per una delusione amorosa
o per una perdita favorisce un sonno ristoratore che altrimenti
forse non avremmo ottenuto. Possiamo piangere anche quando vediamo
un film o ascoltiamo una canzone triste, anche se non vi è alcuna
relazione con il nostro presente o con il nostro stato d’animo. In
questi casi vi sono alcuni fattori che ci fanno piangere; come veder
piangere i protagonisti, quanto è triste la storia, se trasmette un
messaggio positivo alla fine o se una determinata scena ci ricorda
una situazione del nostro passato. |
Le persone che non hanno paura di esprimere la
tristezza pare siano di gran lunga mentalmente più sane rispetto a
chi invece la sopprime. Eccone alcune ragioni:
1) Non hanno paura delle loro emozioni - Se hai visto un
animale morto sul lato della strada, non ti viene quanto meno una
smorfia di tristezza? Se la tua migliore amica scopre di avere un
brutto malanno non ti viene voglia di piangere? Quindi, se sei
triste, perchè non piangere? Perché non devi dare a te stessa il
diritto di essere triste? Se assisti a una scena spiacevole in
pubblico non ti viene voglia di piangere? Le persone che ignorano la
tristezza, infondo si prendono anche un pò in giro. Essere tristi o
piangere, non è un segno di debolezza, è un segno che sei un essere
umano e hai dei sentimenti, che possono anche essere mostrati in
pubblico senza sentirsi in colpa o in imbarazzo.
2) Capiscono le proprietà curative delle lacrime - I condotti
lacrimali rilasciano lo stress, l’ansia, il dolore, la frustrazione
del tuo cervello e del tuo corpo. una sana pulizia dell’anima, uno
scarico per l’accumulo di emozioni negative che derivano dallo
stress. Le proprietà curative delle lacrime non sono solo limitate a
quelle che possiamo definire lacrime tristi, ma anche a quelle
lacrime che si riferiscono alla gioia. In entrambi i casi, si ha a
che fare con delle emozioni estreme. E trattenere tutto ciò può
essere dannoso sia fisicamente che mentalmente. Oltre a migliorare
l’umore e abbassare lo stress, il pianto, le lacrime in particolare,
hanno benefici scientifici perché rilasciano tossine, aiutano a
migliorare la visione, e riescono a uccidere dal 90 al 95 per cento,
tutti i batteri in soli 10 minuti.
3) Il pianto come terapia emozionale - Recenti studi
psicologici hanno stabilito che il pianto stimola il rilascio di
endorfine dal nostro cervello, gli ormoni “buoni”, che fungono anche
da un antidolorifico naturale. Piangere abbassa anche i livelli di
manganese, una sostanza chimica che, a livelli alti, può esasperare
il cervello e il corpo. Anche se il problema non si risolverà
piangendo, sfogarsi permette di avere una visione più chiara sulla
situazione e riduce il rischio di esserne sopraffatti.
4) Chi sa piangere sa non farsi influenzare dalle aspettative
della società - Piangere è stigmatizzato per entrambi i sessi.
Se lei piange è instabile o è una donna troppo fragile su tutto e
sicuramente ha bisogno di attenzione da parte degli altri. Se è lui
a piangere, non è virile abbastanza ed è un “pappamolla”. Tutte
queste generalizzazioni non fanno altro che incoraggiare il fatto di
trattenersi anche nei sentimenti, che causano il pianto. E proprio
perchè questa società punta il dito su troppe cose, coloro che sanno
essere tristi in pubblico non sono solo coraggiosi, ma anche
attivisti per una società più sana emotivamente.
5) Chi sa piangere può aiutare gli altri a non scappare dai
propri sentimenti - “Mi piace piangere, o meglio, mi sento bene
dopo aver pianto”. Quando ci permettiamo di lasciare uscire il
dolore quando lo sentiamo, stiamo anche incoraggiando gli altri, a
venire in contatto con il nostro dolore. Sapere che non siete sole
nel pensare, sentire o anche agire in un certo modo è emotivamente
liberatorio e può migliorare la vita. Coloro che accettano la
tristezza quando li guarda in faccia, permette agli altri di fare lo
stesso. Il dolore deve saper uscire in diversi modi, mai essere
chiuso. E’ un segno di forza interiore, la consapevolezza di
piangere per il bene di se stessi. Piangere può essere terapeutico,
perché allevia le tensioni ed aumenta l’empatia nei confronti di chi
ci circonda. È più probabile ricevere aiuto se piangiamo rispetto a
quando siamo arrabbiati, per esempio. Lo sfogo, il sollievo ed il
rilassamento sono altre conseguenze positive del pianto. Si tratta
di un’attività sana, anche se la vediamo di malocchio e pensiamo che
indichi debolezza. “Piangi. Perdona. Impara. Vai avanti. Lascia che
le tue lacrime innaffiano i semi della tua felicità futura” |