Sadomaso: chi lo pratica non è strano |
...ma è più sano degli altri |
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Ti piace "farlo strano?" Buon per te: potresti essere più sano di mente degli altri! Secondo uno studio pubblicato su The Journal of Sexual Medicine, chi si dedica a pratiche sessuali "particolari" come bondage e sadomaso, potrebbe essere in realtà più equilibrato degli altri. Per entrare un po’ nell’argomento, con l’acronimo BDSM vengono indicate pratiche relazionali e sessuali che uniscono bondage e disciplina (B&D) con sadismo e masochismo (S&M). Non si tratta però di mere azioni fisiche. Quella Bdsm è una vera e propria cultura, che parte dalla consensualità e racchiude al suo interno un insieme molto variegato di tecniche messe in pratica tramite l’uso di legami di vario genere: manette, manufatti in pelle, catene, corsetti, cinghie, cappucci, bavagli, generalmente col fine dell’impossibilità di muoversi liberamente da parte di uno dei due partner, oppure anche di vedere, parlare o udire qualsiasi suono. Successivamente queste pratiche possono anche implicare dolore fisico o meno, a seconda dei patti consensuali stabiliti tra i partner. Viste dall’esterno, con gli occhi di chi non vi è avvezzo, la domanda è sempre la stessa: “ma che gusto c’è?”. Ci si meraviglia e ci si interroga su pinzette, spilli, candele, fruste di vario tipo e sul perché a qualcuno possa mai piacere farsi "torturare" da uno di questi strumenti oppure ami usarli a sua volta su un'altra persona. La risposta, per chi ha provato personalmente queste esperienze, è quella di "erotizzare il dolore". In questa semplice frase è racchiusa una delle dinamiche più complesse e spesso meno conosciute di questo mondo. Quello che viene percepito, guardando da fuori, è infatti solo il gesto, la parte esteriore. Quello che resta invisibile è il profondo tumulto di sensazioni ed emozioni contrastanti, di sensazioni che mettono corpo e mente allo stesso tempo in antagonismo (l’uno che vuole fuggire al dolore, l’altra che lo desidera) ed in sinergia (il corpo scatena una serie di reazioni biochimiche di cui gode la mente). Poi viene a crearsi anche una sorta di forte simbiosi tra le persone coinvolte. Nelle pratiche sadomaso c’è sempre un attuarsi di questi aspetti complementari, che permettono ai due attori di esprimersi al pieno delle proprie potenzialità con una completa accettazione e incoraggiamento reciproci. |
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Cosa si nasconde dietro il bisogno di provare o infliggere dolore. Le sensazioni che derivano da queste pratiche sono dovute in particolare all’adrenalina, per entrambi, e a grandi quantità di endorfine ed encefaline per chi si sottopone alle torture, al "tocco" di fruste, flogger, paddles e strumenti vari atti a provocare una qualche sensazione "dolorosa". L’adrenalina che deriva dalla sorpresa dovuta alle sensazioni pungenti e dai colpi più intensi, tende ad esaurirsi dopo un po’ e, se la persona che li sta subendo ha accumulato una grande quantità di adrenalina nel suo sistema, può provare addirittura un “crash” (ragione in più per coccolare il proprio partner durante quello che viene poi chiamato “aftercare”). Le endorfine hanno anche un effetto cumulativo: il cervello sembra infatti avere una serie di “picchi” e creare una “nuova dose” ogni 5-10 minuti durante le sessioni, in modo tale che si accumulino nel cervello stesso, creando uno stato crescente di eccitazione e di euforia. |
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Le fantasie di dominazione/sottomissione e le reazioni nel cervello Il "sub", la persona che si sottopone alle torture, all’inizio è molto sensibile al dolore, ma man mano che le endorfine vengono rilasciate, diventa più tollerante in quanto la soglia del dolore tende ad innalzarsi. Dopo il secondo di questi “picchi”, e ancor più dopo il terzo, diventa molto evidente come ciò che all’inizio causava molto dolore dopo sembra non produrre più quasi alcun effetto. Più frequentemente le scariche di endorfine vengono rilasciate, tanto più euforica diventa la persona in cui queste si scatenano (in quanto le endorfine fanno sì che le dopamine vadano a saturare i recettori nel cervello) ma tanto meno diviene capace di comunicare (ad esempio la safeword, per cui le persone devono essere tenute d’occhio in modo molto attento). Nel frattempo il "Top" ha scariche di adrenalina dovute dall’eccitazione di vedere le reazioni della sua bottom agli sforzi e alle prove che "per lui" deve sopportare; un contesto che in genere provoca un grande piacere nel Top! In ogni caso è l’aumentare della sensazione di connessione tra il Top e il bottom che causa il rilascio di ossitocina - il noto “ormone dell’amore” - che rende sempre più forte la sensazione di legame reciproco e di reciproca dipendenza tra i due. Questo è l’effetto più forte e la causa primaria di piacere per il Top, ovvero il costituirsi di una totale fiducia da parte del bottom sotto il proprio controllo ed il rafforzarsi del legame che questo “power exchange” provoca. Ecco perché molti praticanti di sadomasochismo preferiscono giocare con qualcuno con cui hanno già un rapporto di fiducia e una certa forma di relazione, ottenuta ad esempio parlando, discutendo, confrontandosi e conoscendosi quanto meglio possibile. Il legame che c’è all’inizio andrà così ancora più ad approfondirsi e a consolidarsi, attraverso lo scambio di rispetto e fiducia mentre si soddisfano reciprocamente i propri bisogni, desideri e fantasie. |
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É sempre l’ossitocina che aiuta il "sub" a gestire il crash adrenalinico, così che l’aftercare diventa molto importante, in quanto si contrappone agli effetti del rilascio di prolattina (la sostanza che provoca il “girarsi e addormentarsi”) e di cortisolo (che causa cattivo umore e depressione) che invadono il corpo durante la fase in cui l’organismo consuma l’adrenalina prodotta, il tutto grazie al legame fatto di contatti personali e carezze durante l’aftercare. Il crash adrenalinico, in questo modo, diventa molto più facile da gestire e lascia una sensazione molto piacevole, allungando le sensazioni indotte dalle endorfine. C’è un fenomeno chiamato abitualmente “sub-drop” che si verifica in alcune persone per ore o addirittura giorni dopo la sessione e che è dovuto agli effetti del cortisolo e della prolattina che causano una caduta dell’umore e una leggera forma di depressione. Questo si verifica più facilmente nelle donne, ma anche gli uomini non ne sono immuni. Mantenere la connessione in modo evidente e di proposito, aiuta a limitare questi effetti. É ancora una volta l’ossitocina che viene in aiuto attraverso il consolidare un legame affettuoso: attenzione, rispetto, contatto e comunicazione sono la cura. Non si può sbagliare! |
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Quindi, in modo conscio o inconscio, chi pratica sadomasochismo si sta cimentando con la manipolazione controllata di alcuni dei più potenti neurotrasmettitori che il corpo umano è in grado di produrre. Endorfine, dopamine, adrenalina, prolattina, cortisolo ed in particolare l'”ormone dell’amore”, cioè l’ossitocina. Quindi tutti quelli che pensavano che le persone si stessero divertendo semplicemente ad essere “cattive” nei confronti di qualcuno, vedono le loro tesi completamente ribaltate, mentre quelli che non riuscivano a capire come mai il “bottom” potesse mai trarre qualche beneficio dall’essere frustato da qualcuno, ora possono forse comprendere un po’ più a fondo la chimica, le dinamiche e il “power exchange” da cui entrambi i partecipanti al gioco traggono piacere durante il loro modo di “giocare” |
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I sorprendenti risultati di una ricerca scientifica sull'argomento Nella più recente edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (la guida di riferimento a livello mondiale per medici, psichiatri e psicologi), il Bdsm non è definito come un disturbo, bensì come una "fissazione sessuale insolita". I risultati pubblicati da Andreas Wismeijer e Marcel van Assen, ricercatori presso l’Università di Tilburg, in Olanda, partivano dal desiderio di confrontare i punteggi ottenuti in un'ampia varietà di test psicologici da persone dedite al sadomasochismo e persone cosiddette normali. La ricerca ha visto i due scienziati esaminare 902 Bdsm e 434 non-Bdsm, ai quali è stato chiesto di compilare questionari che comprendevano domande sulla loro personalità, la capacità di gestire il rifiuto, lo stile di attaccamento nelle relazioni ed il loro stato di benessere in generale. Nessuno dei partecipanti era informato sullo scopo della ricerca. Il risultato è stato sorprendente: i punteggi più alti sono stati registrati da chi, nel Bdsm, gioca il ruolo di dominante. Il secondo posto è stato guadagnato dagli switch (coloro che si alternano nei ruoli di master e servant), mentre il terzo dai sottomessi. Tutti i "normali", che la cultura Bdsm chiama "vanilla" per indicare l’ovvietà tipica di quel "sapore" e quindi la mancanza di carattere, hanno raggiunto punteggi più bassi. Secondo questo studio gli amanti del Bdsm si sono dimostrati più estroversi, più aperti a nuove esperienze, più coscienti di sé e meno nevrotici. Hanno anche dimostrato una minore sensibilità al rifiuto altrui – un parametro che misura quando un individuo è paranoico rispetto all’idea di non piacere agli altri – e sono risultati essere più sicuri e sereni nelle loro relazioni personali. I ricercatori ritengono che il segreto dei Bdsm potrebbe consistere nella loro maggiore consapevolezza dei propri bisogni e desideri sessuali: una situazione che tende a diminuire la frustrazione nelle relazioni fisiche ed emotive. |
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