La seduzione
...un meccanismo innegabilmente manipolatorio

 

La seduzione è un’esperienza magica in cui ci si mette in gioco in modo totale. È un’arte raffinata, un’operazione ad alto rischio, una sfida entusiasmante, coinvolgente e piena di vita, che implica la capacità di attrarre e di conquistare cuore, mente e corpo di una persona fino a poco prima estranea.

 

 

"Sei sempre alla ricerca di occhi che possano darti un significato. Ogni volta che una donna ti guarda ti dà significato. I cacciatori di donne lo sanno da sempre, ma gli psicologi sono arrivati a scoprilo soltanto adesso: quando entri da qualche parte, se una donna ti guarda due volte è disposta a farsi sedurre, ma se non ti guarda un'altra volta, per te la porta è chiusa. Meglio bussare da un'altra parte. Osserva sempre gli occhi: se la donna ti guarda un'altra volta è interessata, ha dato il segnale". La millenaria arte della seduzione è disseminata di ambiguità e contraddizioni, tanto che potrebbe essere vista come un fenomeno paradossale. La seduzione comporta un meccanismo innegabilmente manipolatorio il cui specifico risiede nel processo persuasivo. Ancor più importante poi, è il fatto che le macchinazioni e gli artifici tipicamente riconducibili alla seduzione non sono mai unidirezionali. Il suo percorso di innesco e sviluppo infatti, vede sempre coinvolte due parti: generalmente, oggi sempre meno, l’uomo nel ruolo del “soggiogatore” e la donna che reagisce al suo comportamento in maniera succube e remissiva. Ma la seduzione, per definizione, implica una sorta di tacito mutuo consenso o, se non altro, alcuni livelli di consenso.

 

 

Ad eccezione di quanto avviene nel dominio delle fantasie sessuali partorite dalla libido o ispirate dall’ego narcisistico di coloro che amano sentirsi oggetto del desiderio, nell’universo della seduzione è possibile affermare con certezza che non sono rari i casi delle donne eterosessuali che anelano all’eccitazione segreta, proibita, avvincente e illecita di essere bramate, di diventare l’oggetto del peccato di un partner lussurioso. Questo significa che esistono momenti in cui il sedotto, magari in maniera inconscia, può davvero presentare tratti di una paradossale complicità nei confronti del seduttore. In più, sempre in maniera paradossale, se colui che viene sedotto conserva intatta la sua "verginità", la sua purezza più profonda, immacolata, ingenua e smaliziata, può serbare una carica pulsionale attrattiva davvero fortissima.

 

 

Si potrebbe affermare che la seduzione non attragga il sé più esplicito e sociale del sedotto, ma vada a colpire piuttosto le sue pulsioni più romantiche e sensuali. In questo risiederebbe il motivo per cui le emozioni evocate dall’atto seduttivo, in un secondo momento potrebbero affievolirsi o addirittura essere smentite. E l’aspetto più positivo di questa ambivalenza seduttiva, che tanto attrae nell’atto, non di rado viene spazzato via da quello più negativo che diventa prominente ex post. È come se, dopo il primo incontro, il sedotto acquisti una posizione più razionale rispetto alla sua sottomissione e rifletta su come proprie debolezze si siano infiltrate così subdolamente nel desiderio altrui. Si potrebbe addirittura arrivare a raggiungere uno stadio di riconoscimento che conduce ad una consapevolezza tragica: l’essere fatti oggetto di desiderio dell’altro in maniera così passionale potrebbe non implicare un amore reale, ma piuttosto un utilizzo strumentale volto a placare il cieco impulso sessuale del seduttore/dominatore.

 

 

Ma gli esiti sessuali derivanti dall’essere sedotti celano un ulteriore elemento di contrasto, quello che riguarda le sensazioni provate dal seduttore nella sua esperienza di dominio. Ora, che ne siano consapevoli o meno, molti individui - di entrambi i sessi - vogliono ardentemente essere sedotti. Amano l’attenzione che scaturisce dal gioco della seduzione, subiscono il fascino della tentazione e dell’appetito dei sensi, scalpitano all’idea della gratificazione resa possibile dall’essere visti come oggetti d’eccitazione e, ancor di più, bramano di soddisfare il desiderio focoso dell’altro. O, ancor meglio, di essere irresistibilmente peccaminosi dal punto di vista carnale. Fu proprio la celebre affermazione, spesso abusata, di Madame de Stael due secoli fa per cui “Il desiderio dell’uomo è la donna, ma il desiderio della donna è il desiderio dell’uomo”, a parlar chiaro rivelando la vera natura dell’intimo intrinseco ad ogni donna che cela la propensione femminile a sprigionare un potere seduttivo che risveglia i sensi ed il testosterone dell’uomo. Non è affatto un caso infatti che gli approcci vengano più spesso imputati alle donne piuttosto che alle controparti maschili. E questo è ancor più vero se ci si sposta nel dominio delle fantasie piccanti e stuzzicanti.

 
 
Fonte
 
 
 
 

 

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